Glossario

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G

 
- La settima lettera dell'alfabeto Inglese. "In Greco, in Caldeo, Ebraico, Assiro, Samaritano, Etrusco, Copto, Romano e Gotico moderni, occupa il terzo posto dell'alfabeto, mentre nel Cirillico, Glagolitico, Croato, Russo, Serviano e Vallonico, si trova al quarto posto". Poiché il nome di "god" (dio) comincia con questa lettera (in Siriano gad, in Svedese gud, in Tedesco gott, in Inglese god, in Persiano gada, ecc.), c'è una ragione occulta che soltanto gli studiosi della filosofia esoterica e della Dottrina Segreta, spiegata esotericamente, comprenderanno a fondo; essa si riferisce ai tre logoi , all'ultimo, l'Elohim, e alla emanazione dell'ultimo, l'androgino Adam Kadmon. Tutti questi popoli hanno derivato il nome "god" dalle loro rispettive tradizioni, che sono più o meno degli echi della tradizione esoterica. Parlare e "Parlare silenziosamente" (scrivere) sono un "dono degli dei", dicono tutte le tradizioni nazionali, a partire dagli antichi popoli Ariani che parlavano Sanscrito ed affermavano che il loro alfabeto, il Devanagari ( letteralmente, la lingua dei Deva o degli dei), fu dato loro dal cielo, e poi giù giù fino agli Ebrei, che parlano di un alfabeto, il padre di quello che è sopravvissuto, come di un simbolismo celeste e mistico dato dagli angeli ai patriarchi. Quindi, ogni lettera aveva il suo molteplice significato. Era essa stessa un simbolo dell'essere celeste e di oggetti, che a loro volta erano rappresentati sulla terra da oggetti analoghi corrispondenti, la cui forma simboleggiava la figura della lettera. La lettera G, chiamata in Ebraico gimel, simboleggiata da un lungo collo di cammello o, meglio, da un serpente eretto, è associata al terzo nome sacro, Ghadol o Magnus (grande). Il suo valore numerico è 4, il Tetragrammaton o la sacra Tetraktis; da qui, il suo carattere sacro. Per altri popoli valeva 400 e con una barra sotto, valeva 400.000. Nella numerazione alfabetica semitica valeva 3, come il gamma greco, con l'apice in basso a sinistra 3000, e seguito dalla M 30.000. Come abbreviazione aveva molti significati, se posta sul rovescio delle monete sta ad indicare le diverse località dove sono state coniate. Nel calendario romano era la settima lettera nundinale, in quello ecclesiastico è la settima ed ultima lettera domenicale, e sta ad indicare la domenica quando essa cade il 7 Gennaio. In musica è il quinto tono della scala musicale moderna : il Sol. In metrologia indica il grammo, in fisica l'accelerazione di gravità, in spettroscopia la linea dell'indaco.

RAGGIO ANDROGINO

 
(Eso.) - Il primo raggio differenziato; il Secondo Logos, l'Adam Kadmon della Kabbalah; il "Egli li creò maschio e femmina" del primo capitolo del Genesi.

SEIR ANPIN

 
(Eb.) - O Zauir Anpin. Nella Kabbalah è "il Figlio del Padre nascosto", che unisce in sè tutti i Sephiroti. L'Adam Kadmon, o il primo manifestato "Uomo Celeste", il Logos.

SEPHIROTI

 
(Eb.) - Argomento molto arduo da svolgere, sia per il suo profondo significato mistico, sia per la necessaria cautela che si deve a quella disciplina divina che è la Cabala. Nel rispetto di tutto e di tutti cercheremo di dire quanto è possibile dire, e speriamo basti. En Soph è qualcosa che cade al di fuori della comprensione umana, è inaccessibile, è indefinibile, è il Deus absconditus al quale non si può associare nessun attributo. Da questo non-essere nasce la creazione, non come estrazione dal nulla , ma come emanazione. Il mondo nasce dal Nulla, da quella Non-entità che è la Pienezza della Divinità sconosciuta. Essendo l'Assoluto senza limiti, l'emanazione non può avvenire al di fuori di Esso, ma solo all'interno. Ed allora ecco che En Soph crea al suo interno una contrazione, un riflusso, che libera uno spazio (lo spazio primordiale); possiamo chiamarlo un movimento centripeto di regressione, una inspirazione. Nasce il cerchio, al centro del quale appare il Punto, la prima manifestazione di En Soph. Entra ora in azione la forza centrifuga, il movimento di emersione, l'espirazione che irrompe nello spazio liberato come Luce. Il Punto primordiale è il passaggio dal Nulla all'Essere, è adimensionale e contiene il Tutto. È il germe delle dimensioni e nell'alfabeto ebraico è espresso dalla lettera Iod. Quando il Punto assume l'aspetto di Ideazione Divina, o Pensiero ideale della creazione, esso diventa la Saggezza, Chokmah, la seconda Sephira. Quando questa Saggezza, plasmate le forme, scolpite le impronte, si trasforma in Intelligenza, siamo alla terza sephira, Binah, ed ha inizio la differenziazione. In questo modo si chiude il primo triangolo, quello superiore, la sfera ontologica principale, il Principio unitario, il Mondo Archetipo. Qui troviamo ciò che nella Bibbia viene descritto l'Abisso sul quale vola la Forza attiva di Dio, il Padre-Madre di ogni cosa manifestata a livello puramente metafisico. L'emanazione continua con altri sette aspetti, racchiusi in due triangoli capovolti successivi che costituiscono il Mondo delle Orbite ed il Mondo Elementare. Questi sette aspetti della manifestazione di En Soph, scaturiti dalla mistica Madre Binah, sono i sette giorni della Bibbia, i sette stadi originari della creazione. Concludendo: dall'En Soph, dalla Essenza e dalla Totalità del suo Essere nascosto, scaturisce un flusso emergente che viene simbolicamente raffigurato come l'emanazione dei Sephirot. Lo splendore del Potere creativo diventa processo creativo attraverso dieci aspetti che, in gradi diversi, rappresentano ciascuno il particolare modo in cui Egli agisce. I Sephirot, quindi, sono gli archetipi, le determinazioni essenziali, le cause prime, i principi di tutte le cose manifeste. Non sono Enti distinti, ma aspetti vari della Realtà Una che è Kether, o Adam Kadmon, l'Uomo Prototipico. Essi sono semplici modificazioni della Mente divina, cifre di un unico numero, l'Uno, che li emana e li contiene. L'Albero sephirotico è come un mandala, ha senso nel suo complesso, lo perde se si prende in considerazione una parte. In Natura vi sono varie forze che, nel loro insieme possono essere considerate, valutate, descritte, ma singolarmente cessano di esistere. Non è possibile separare la forza centrifuga dalla forza centripeta, la forza di gravità dalla Legge dei più leggeri, l'inerzia dal moto, è così via. Allo stesso modo, ogni sephira esce dallo sbocciare della precedente ed a sua volta fiorisce per dar vita alla successiva. Ogni sephira è un'Idea, una Potenza-Sostanza, una Energia, una Forza, a seconda dell'angolo di osservazione, talché l'Albero sephirotico, alla fine, diventa una rappresentazione simbolica sia del mondo manifestato che di quello non manifestato. Questo simbolo può essere applicato a qualsiasi cosa, a qualsiasi situazione, a qualsiasi evento del mondo manifestato; e dunque anche all'uomo, con corrispondenze fisiche che servono per operazioni occulte. La Saggezza corrisponde al cervello, la Bellezza al cuore, Amore e Giustizia sono le braccia, e così via. Il processo di emanazione si volge attraverso quattro mondi: il triangolo superiore è il mondo dell'emanazione o mondo degli archetipi, il secondo è il mondo della creazione, il terzo è quello della formazione; l'ultima sephira è il mondo manifestato ovvero il risultato di tutto il lavoro di En Soph. Riepilogando, abbiamo che i Sephirot sono le dieci emanazioni della Divinità; la più alta è formata dalla concentrazione dell'Ain Soph Aur, o la Luce Illimitata, ed ogni Sephira produce per emanazione un'altra Sephira. I nomi dei dieci Sephiroti sono: (1) Kether, la Corona; (2) Chokmah, La Saggezza; (3) Binah, la Comprensione; (4) Chesed, la Misericordia; (5) Geburah, la Giustizia; (6) Tipheret, la Bellezza; (7) Netzach, la Vittoria; (8) Hod, lo Splendore; (9) Jesod, il Fondamento; (10) Malkuth, il Reame. Quella della Divinità incarnata nei Dieci Sephiroti è una concezione veramente sublime, ed ogni Sephira è per il Cabalista l'immagine di un gruppo di idee, titoli ed attributi esaltanti, che il nome rappresenta solo debolmente. Ogni Sephira è considerata sia passiva che attiva, sebbene questa attribuzione possa trarre in inganno; passiva non significa un ritorno all'esistenza negativa, e le due parole esprimono solo la relazione fra i singoli Sephiroth e non qualche qualità assoluta. Dopo questa premessa, abbastanza lunga per la pazienza di chi legge, aggiungiamo qualcosa scritta con la solita maestria da H.P.B. I Sephirot della costruzione, che sono i sette compresi fra la Triade superiore e l'ultimo, Malkuth, sono i sei Dhyan Chohan, o Manu, o Prajapati, costituiscono la Prima emanazione, o Logos, e sono i Costruttori dell'Universo inferiore o fisico. Ella ce li presenta come vertici del Sigillo di Salomone ed aggiunge che la loro essenza, o Upadhi, è il Settimo, considerato la Base, o Pietra fondamentale, sul quale è edificato lo Universo oggettivo, i noumeni di tutte le cose. Questi Sephirot, o Costruttori, corrispondono alle Forze della Natura, ai Sette Angeli della Presenza, al sesto ed al settimo principio dell'uomo alle Razze Madri, ecc. Questo parallelismo aiuta a capire come il concetto della creazione sia lo stesso in tutte le religioni, fatto salvo l'uso dei nomi e qualche dettaglio di procedura. E continua. Lo zero è il circolo che limita il mondo manifestato, ossia lo spazio primordiale creato da En Soph nel suo primo moto di contrazione. Dallo zero deriva l'uno (il Punto primordiale), e da queste prime due cifre sono formate tutte le altre. In proposito, Eliphas Levi mostra il prototipo di costruzione dei numeri con lo schema del Giardino dell'Eden. Possiamo anche dire che lo zero è la circonferenza, l'uno il diametro e quindi il processo di emanazione dei Sephirot che porta alla costruzione dell'uomo archetipico, Adam Kadmon, l'origine creatrice di tutte le cose manifestate. Il Tetragrammaton contiene nelle prime tre lettere la Triade superiore, nella quarta la sintesi dei sette inferiori. I Sephirot non sono delle individualità, nè delle astrazioni: essi sono influssi, sostanza spirituale, forza cosciente, sono la Luce emanata da En Soph, attraverso il Punto, nei vari gradi discendenti, sempre più opaca. Adam Kadmon rappresenta anche l'Albero della Conoscenza del Bene e del Male, ha attorno a sè sette colonne che sono i pilastri del mondo, ovvero i Rettori (Sephirot inferiori), che operano attraverso i rispettivi ordini di Angeli, nelle sfere dei sette pianeti. Questi Sephirot sono identici agli Elohim della Bibbia, agli Amshaspend delle Avesta, ai Sette Doni dello Spirito Santo dei cristiani, ai sette figli di Devaki (uccisi da Kansa) degli Indù, ai Sette Centri di energia evoluti, o resi oggettivi, da Fohat sull'elemento unico. E Adam Kadmon, l'Uomo Celeste, è la sintesi dei Sephirot, come Manu Svayambhuva è la sintesi dei Prajapati.

TIKKUN

 
(Cal.) - L'Uomo Manifestato o Adam Kadmon, il primo raggio proveniente dal Logos manifestato. Detto anche il Protogono, il Primo Nato, la Forma ed Idea universale, non ancora riflessa nel Caos.

UOMO CELESTE

 
(Eso.) - Detto anche Uomo angelico, è il Logos il Figlio che si è incarnato nell'umanità, quello che i cabalisti chiamano Dyuknah (fantasma divino). È l'Adamo superiore androgino, combinazione eterea di Neshamah, la più alta Anima o Spirito, ed anche Adam Kadmon, lo insieme dei Sephirot (Kether escluso), il Secondo Logos dei Platonici. Ed ancora: il Tetragrammaton, la Tetractide, il Demiurgo, il Purusha del Rig Veda, il Microprosopo, il Triangolo nel quadrato.

MACROPROSOPO

 
(Gr.) - Un termine Cabalistico, ricavato da una parola Greca composta: significa la Vasta o Grande Faccia (vedi "Facce Cabalistiche"); è un appellativo di Kether, la Corona, il Sephira più elevato. È detto anche Ain, l'Antico, l'esistenza negativa. È il nome dell'Universo, chiamato Arikh-Anpin, la totalità di ciò di cui il Microprosopo, o Zauir-Anpin "la faccia minore", è la parte o l'antitesi. Nel suo significato metafisico più alto o astratto, il Macroprosopo è l'Adam Kadmon, il veicolo di Ain-Suph e la Corona dell'Albero Sefirotale, sebbene Sephira ed Adam Kadmon siano, di fatto, uno sotto due aspetti e rappresentino la stessa cosa. Le interpretazioni sono molte e differiscono l'una dall'altra. (Vedi "Microprosopo").

VIE DELLA SAGGEZZA

 
(Cab.) - Lo Zohar dice che Chokmah, o Hokmah, genera tutte le cose "per mezzo di (questi) trentadue sentieri" (Zohar, III, 290a). Il racconto completo di ciò si trova nel Sepher Yezirah, dove lettere e numeri rappresentano come entità i Trentadue Sentieri della Saggezza, attraverso i quali l'Elohim costruì l'intero Universo. Come detto altrove, il cervello "di Zeir Anpin ebbe uno sbocco e quindi si sparse diramandosi in trentadue vie". Zeir Anpin, la "Faccia Piccola" o "Aspetto Minore" è Adamo Celeste, Adam Kadmon, o l'Uomo. Nello Zohar l'uomo è considerato come le ventidue lettere dell'alfabeto Ebraico più la decade; da qui, i trentadue simboli di queste facoltà o sentieri.

KETHER

 
(Eb.) - La Corona, il più alto dei dieci Sephiroth; il primo Sephiroth dei tre che compongono la Triade Superna. Corrisponde al Macroprosopus, l'ampio aspetto, o Arikh Anpin che si differenzia in Chokmah ed in Binah. Kether è il primo Sephirot, posto in cima al Pilastro mediano dell'Equilibrio, dal quale dipendono i Veli Negativi della Esistenza. Il Primo manifesto che sorge dall'Inconoscibile, assolutamente privo di forma e di opposti, l'Uno preesistente a tutto. Il suo stato è quello di pura inerzia, dal momento che l'attività avrà inizio solo quando da esso verrà emanato Chokmah. Esso è la Corona, non la Testa; ciò lo rende simile al Sahamsara Chakra, il Loto dai Mille Petali, ma lo pone anche al di fuori del nostro mondo. È Parabrahman, l'Oceano primordiale, l'Abisso da cui tutto nasce ed a cui tutto ritorna. Nel Sepher Yetzirah, Kether è l'Intelligenza occulta, l'Occulto dell'Occulto, l'Altezza imperscrutabile. Come l'uomo si proietta nel suo lavoro, così Kether si proietta nella manifestazione. Esso è l'Antico degli Antichi, l'Antico dei Giorni. La sua immagine magica è quella di un antico re barbuto visto di profilo. È il Punto primordiale, il Punto al centro del Circolo, il Grande Volto, la Testa Bianca. Come nome di Dio è Eheieh, il suo arcangelo è Metatron, suoi angeli sono gli Chaioth ha Qadesh e corrisponde, nel corpo umano, al cranio. Suoi simboli sono il punto, la corona, la svastica; nei Tarocchi è collegato agli Assi, il suo colore è la brillantezza, o bianco assoluto. Kether è la Monade impenetrabile, origine di ogni cosa, la Causa prima, il Demiurgo. Corrisponde all'egizio Ptah e ad Amon-Ra, al greco Zeus, al romano Giove (Jupiter), all'indù Brahma. La sua pietra preziosa è il Diamante, l'animale sacro il Cigno, ma talvolta anche il Falco, il suo profumo è l'Ambra grigia. Sephira, il Potere attivo, la Corona, Kether, nasce all'interno di Ain Suf, l'essenza eterna quando giunge il periodo attivo. Essa dà forma concreta al Potere astratto e la sua lettera simbolica è lo jod. Da Kether emanano sette splendide luci che, sommate alle due emanazioni dirette (Chokmah e Binah) portano a 10, il valore numerico della lettera jod, i Sephiroti dell'Albero della Vita, Adam Kadmon. Opera allo stesso modo anche Brahma Prajapati, emanando i sette Rishi, o Prajapati. La trattazione di questo nome, cabalisticamente infinito, potrebbe continuare ancora a lungo, ma non è questa la sede per farlo. Chi vuole approfondire l'argomento ha un'intera letteratura a disposizione; quanti, invece, considerano fandonie per pochi accoliti gli attributi di Kether, sappiano che da questo nome derivano due nomi prestigiosi : Cesare e Kaiser. Riflettere!

GEOVA

 
(Eb.) - La spiegazione completa di questo nome è possibile solo in ambito cabalistico, che non è quello in cui si colloca il presente glossario. Tuttavia, onde rifuggire l'accusa di voler nascondere qualcosa, vengono qui di seguito elencati gli elementi fondamentali per la comprensione. Geova deriva da YHVH, il Tetragrammaton, che completato con le vocali forma Yah-Hovah, il cui significato è Maschio-Femmina, ossia l'Androgino. Jod-He-Vau-He hanno valore numerico 10+5+6 (la quarta lettera non è compresa), ossia 1056 = 21 = 7+7+7. Basta ! Geova è il Microprosopo, il Logos manifestato, il Terzo Logos, il Demiurgo cui è affidato il compito di costruire il mondo sulla base delle idee archetipiche, ma soprattutto di produrre figli. La sua parte maschile è Caino, Abele quella femminile : Jah-Heva è la prima forma di umanità, Adamo ed Eva. Per gli Ebrei è il Dio della generazione, il Serpente di Bronzo, il capo dei Serpenti di Fuoco. Per i Cristiani è il povero serpente che incautamente offrì una mela ad Eva e perciò fu condannato a strisciare per sempre sulla terra ( forse prima si muoveva in posizione eretta !). La vera lettura di questo nome, sul piano exoterico, è puramente fallica. Geova può essere scritto JEVE che, senza vocali è JV; ma J in V è il Santo dei Santi, una pietra fallica. Lo stesso risultato si raggiunge assumendo JEVE e prendendo solo le prime due lettere : JE. Qui leggiamo : lo Jod nella He, ovvero il lingham nello yoni. Bisogna aprire bene gli occhi : il sacro ed il profano non sono, come si ritiene, due cose completamente distinte. Esse sono profondamente interconnesse ed è soprattutto nella religione che "quelli che sanno" gabbano "quelli che non sanno". Il Geova biblico ha i seguenti significati reconditi : Il Settenario Inferiore; Adam Kadmon, o l'Albero della Vita; Il Noè di questo Manvantara. Nelle altre religioni si trovano coppie di divinità per molti aspetti simili a Geova. Citiamo : Osiride-Iside, Giove-Giunone, Brahma-Vach, ecc. Un parallelo interessante fra la religione ebraica e quella indù è dato dalle trinità Geova-Binah-Elohim ed Agni-Vishnu-Surya.
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